Dato che i diamanti hanno un valore molto elevato, è essenziale disporre di un sistema di misurazione per comparare le molteplici, diverse qualità. A questo scopo, tra gli anni 1940 e 1950, il G.I.A. (Gemological Institute of America) ha sviluppato l’International Diamond Grading System™ e le 4 C.
CARAT - CARATO
Il carato è l’unità standard di misura del peso dei diamanti e di altre pietre preziose, e prende il nome dal seme di carruba che in passato veniva usato come elemento di comparazione.
È solo nel 1913 che gli Stati Uniti per primi, e altre nazioni a seguire, adottano il moderno sistema del ‘carato metrico’ che corrisponde a 0,20 grammi ed è suddiviso in 100 punti.
Gli enti preposti alla certificazione dei diamanti posseggono strumenti di misurazione del peso estremamente accurati, che arrivano fino a 6 numeri decimali.
COLOR - COLORE
Le pietre di maggior valore sono quelle totalmente incolori, denominate comunemente “bianche”. Più il diamante è incolore, più aumenta il suo valore. I diamanti incolori corrispondono soltanto ad una piccola percentuale di quelli estratti, in quanto più del 90% dei diamanti hanno sfumature di base giallastre e brune.
Vi è poi una minima quantità di diamanti dai colori naturali più o meno intensi: giallo, arancione, rosa, verde, blu o rosso, che in virtù della loro rarità possono raggiungere prezzi elevatissimi.
Prima che il G.I.A. elaborasse la scala di gradazione D-Z, c’erano diversi sistemi di valutazione. Tra gli altri le lettere dell’alfabeto (A, B, C) con i multipli della A per le pietre migliori, il sistema con numeri arabi (0, 1, 2, 3) o romani (I, II, III), e anche descrizioni verbali come “river”, “top wesselton”, “gemme blu” ecc.
Dato che gli ideatori della scala di gradazione colore G.I.A volevano creare qualcosa di completamente nuovo, decisero di iniziare la loro classificazione con la lettera “D”, perché non era mai stata usata in precedenza per definire i diamanti della massima qualità.
Fluorescenza
Esistono anche altre condizioni che possono influenzare significativamente il costo di un diamante, una di queste è la Fluorescenza.
Sottoposti a radiazioni ultraviolette, i diamanti possono dare luogo a fenomeni di fluorescenza, che solitamente si manifestano con colori blu-azzurri più o meno intensi e più raramente, anche gialli, verdi, rosa. E’ importante rilevare la fluorescenza nel diamante, perché l’elevata intensità del fenomeno influenza il colore della gemma.
CLARITY - PUREZZA
Dato che i diamanti si sono formati nelle profondità della terra, in condizioni estreme di calore e di pressione, ognuno di loro presenta specifici e unici ‘birthmarks’, segni identificativi sia interni (inclusions) sia esterni (blemishes).
La purezza del diamante è in relazione all’assenza di inclusioni e imperfezioni.
I diamanti con una totale assenza di “birthmarks” sono rari, e questa caratteristica conferisce valore al diamante.
Il G.I.A. Intrenational Diamond Grading System ha definito una scala di purezza a undici livelli che vanno da FL (flawless) a I3 (included 3).
Come per il colore, il G.I.A. Grading System è stato sviluppato perché i gioiellieri utilizzavano termini come “loupe”, “piquè” o “clean”, di dubbia interpretazione.
Oggi, in qualsiasi parte del mondo in cui si acquisti un diamante i termini più usati, in tutte le lingue, sono quelli stabiliti dal G.I.A.
CUT - TAGLIO
Per avere un’ottimale risposta alla luce (rifrazione, riflessione, brillantezza, scintillio e fuoco) un diamante deve esser tagliato in modo perfetto,
rispettando rigidi calcoli matematici che generano i disegni geometrici, le dimensioni e le angolazioni prescritte per le sfaccettature.
Per raggiungere la perfezione è determinante la bravura del maestro tagliatore.
Il taglio tradizionale più diffuso è il “round brilliant” (rotondo brillante) costituito da 57 o 58 faccette. Esistono altri tipi di forme: a goccia, a cuore (59 faccette), navette o marquise (58 faccette), a smeraldo (48 o 50 faccette), ovale (56 faccette), princess (76 faccette), radiante (62 o 70 faccette) ecc.
Senza la precisione e la perfezione del taglio, un diamante perde gran parte della propria bellezza. L’“allure” di ogni esemplare dipende, più di ogni altra cosa, dalla qualità del taglio.
Sebbene estremamente difficile da analizzare e quantificare, il taglio di ogni diamante ha tre attributi:
- Brilliance (brillantezza) è la luce totale riflessa,
- Fire (fuoco) è la dispersione della luce nei colori dello spettro,
- Scintillation (scintillio) sono i flash di luce o “sparkle” che appaiono muovendo il diamante.
Per determinare il valore del diamante in relazione alla qualità del taglio ci si riferisce a tre fattori: proportions (proporzioni), symmetry (simmetria) e polish (finitura).
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